Chers amis,
Guardate queste donne e questi uomini più o meno vestiti con tessuti esotici: essi riempiono lo spazio ma sono sollevati in un movimento di danza amorosa.
Guardate bene e voi sentirete giocare i colori, essi hanno tonalità diverse, essi hanno una cadenza ritmica, essi si rispondono l’un l’altro, ascoltate la sinfonia dell’acquarello.
Guardate ancora e voi potrete ogni volta seguire una sequenza dove si confrontano due personaggi in una situazione teatrale che voi completerete improvvisando dei dialoghi.
Guardate meglio e vedrete apparire in filigrana, certo le stampe giapponesi come quelle di Utamaro, ma anche le tele dei maestri moderni come quelle di Picasso, Balthus, di Lucian Freud (il nipote).
Guardate sempre e scoprirete un uomo sensibile pieno di ironia che “canta lo slancio dello spirito e dei sensi”; un uomo che sa per intuizione che l’umore è il pudore della poesia; un artista che con giocosità lascia a eros il compito di fare una pernacchia a thanatos e l’artista lo fa con tutta la grazia del mondo.
Questo uomo, questo artista è il nostro amico Giorgio Guaini. Accettate il suo invito a partecipare attivamente alla sua opera, passeggiate con il vostro sguardo questi spazi colorati che si prolungano al di la dei quadri. Prendete il vostro tempo, fate durare il piacere.
(Jean-Charles Llinares)
La mostra del pittore GIORGIO GUAINI sembra ripercorrere quel clima giocoso, scanzonato e burlesco che ben si confà alla nota aria dell’opera “le nozze di figaro” di Mozart.
Sentimento, nostalgia, ironia , autoironia, follia, grottesco, si alternano nei suoi quadri, visti come bozzetti di una possibile vita vissuta o ancora da vivere. Giochi capricci di un autore, che dopo varie esperienze astratte ama , in età matura, sorridere compiaciuto e quasi “tornare bambino” , a quell’ età in cui nulla viene preso così tremendamente sul serio da non avere un suo lato leggero, brioso e scherzoso.
Nella musica di Mozart ( ad eccezione di alcune composizioni religiose ) l’allegria e’ sempre attenuata da un’ombra cupa e il “cupo” non e’ mai privo di un risvolto allegro o ironico . Nell’equilibrio tra i due opposti, in questa apparente contraddizione, sta proprio la sua più autentica grandezza ; non si tratta di superficialità, ma piuttosto di un tentativo di fuggire da condizionamenti o regole troppe restrittive . In un autentico anelito di libertà sta l’affermazione di Mozart secondo la quale:
“nella vita non c’è niente di morale, immorale o amorale, a meno che non sia proprio l’essere umano a fare della propria vita qualcosa di morale, immorale o amorale”.
E pare proprio questo, sembra dirci l’autore, lo spirito più adatto per affrontare un tema “serio” come “l’amore” e ci invita a scorrere, serenamente, con calma e con un sorriso da fanciullo, i quadri della propria mostra.
(Riccardo Fontanesi)